Matteo Bonazzi

La psicotizzazione del legame e il suo rovescio

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Matteo Bonazzi inizia il suo intervento con una considerazione: ogni epoca è una forma di legame e la psicosi ordinaria è un modo di nominare un cambiamento epocale, un tentativo di leggere una trasformazione in atto.
Il punto centrale dell’articolo è la necessità di ridefinire le modalità di soggettivazione secondo un’etica che non sia più “classica”. Il primo paradigma che l’Autore prende in considerazione è quello della soggettivazione attraverso lo specchio, secondo cui è la definizione del corpo a costituire il fondamento della soggettività stessa; si tratta di un processo di soggettivazione che opera sempre tramite tre elementi: io, l’altro e l’Altro, e, in quanto triadico, è un paradigma dialettico. A partire dall’osservazione di Lacan secondo cui “il corpo è un buco” e non un’immagine, Bonazzi procede verso il secondo paradigma della soggettivazione, non più centrato sull’immagine, ma sulla scrittura, sulla topologia dei nodi, un paradigma a quattro e non a tre, un paradigma che ci aiuta a sintonizzarci sulla soggettività della nostra epoca. Per comprendere questo paradigma occorre seguire l’operazione di Lacan, il quale non realizza l’integrazione di ciò che Freud ha scoperto con altri e nuovi elementi, ma propriamente lo rovescia. Se nell’etica classica il riferimento portante era proprio la parola e il linguaggio che ci poteva salvare dalle pastoie del godimento immaginario, quando tutto si rovescia la parola diventa la forma di cancro che affligge l’essere umano, la sua condanna, non la sua salvezza. Per arrivare alla psicosi ordinaria, allora, bisogna seguire la pista di Joyce: dal primato dell’immagine, che orientava il paradigma classico, occorre passare al primato della scrittura.
Si tratta di spostarsi dalla centratura freudiana per cogliere ciò che rendeva operativa la funzione paterna, rintracciandola proprio nell’arte, nel saperci fare di una scrittura che si genera, spontaneamente, a partire dall’oggetto a.

Capitolo estratto da Psicosi invisibili, a cura di Eva Delmonte e Cristian Muscelli. Acquista qui il volume completo